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Alberto Azzena (1975) |
La poetica e il discorso pittorico di Alberto Azzena 1925 - 2005 |
Alberto Azzena (1991) |
Presentazione Alberto Azzena nacque il 1 maggio 1925 in Sardegna, a Calangianus (SS) da famiglia sarda, ma tuttavia residente a Roma; città cui è legatissimo come uomo ed artista, pur mantenendo un profondo amore verso la splendida terra natale, che assiduamente frequenta e dalla cui eccezionale bellezza e vigoria naturalistica sempre trae rinnovata ispirazione. L'artista è scomparso il 5 ottobre 2005 nella sua casa di Roma. Articolo della Nuova Sardegna La tensione creativa Alberto Azzena era pittore. Pittore in modo vero, formidabile, totale. Tutta la sua vita è stata orientata da una tensione incoercibile alla creazione artistica. L'atto creativo costituiva il senso stesso e la gioia intima e vera della sua esistenza. Come tanti che nei secoli, misconosciuti e spesso emarginati hanno sacrificato affetti, salute e ogni cosa della vita all'Arte, lasciandoci opere insigni, così pure Alberto Azzena, per tutta la sua vita e ancora oggi, seppure anziano, obbedisce ad un solo imperativo rigoroso e insopprimibile: la creazione; il raggiungimento di quella bellezza, così come interiormente egli la vede e la sente: nostalgia, o forse anticipazione, di una età felice dell'umanità e della natura; un modello interiore, per definizione inarrivabile, che dunque non lascia mai la sua anima paga e sazia della tela dipinta che ha dinanzi. In Alberto Azzena contempliamo "l'artista": egli era tutto dato alla pittura, in lui non vi è distrazione alcuna, non vi era altro serio interesse, addirittura neanche l'universale esigenza economica, che possa contendere il tempo, l'impegno e la passione alla sua attività creativa di pittore inteso nel senso, direi, rinascimentale del termine; come se un ignoto, misterioso Mecenate lo sostenesse e lo spronasse nella sua tensione artistica. Egli operava nella continua ricerca del miglioramento, in ogni aspetto della sua Arte: il disegno prima di tutto, la cura compositiva sempre attenta agli equilibri delle masse, alla dosatura dei chiari e degli scuri e infine gli studiati accordi cromatici: composti da colori complessi, pacati, quasi indefinibili, veri artefici delle atmosfere sognanti dei suoi quadri. Per lui la ricerca in pittura costituiva una sfida severissima con se stesso, ma anche, occorre dirlo, con i Grandi del passato, con i quali si sentiva in perenne, vivace, fattivo confronto; continuamente imparando e superandosi, certamente entusiasta dei conseguimenti raggiunti, ma solo provvisoriamente. Già negli anni settanta Alberto Azzena, ricco di ventennale esperienza, aveva raggiunto risultati pittorici pregevolissimi, le mostre e le critiche di allora lo testimoniano. Altri si sarebbero accontentati, cercando nella soddisfazione commerciale un comodo appagamento: non lui, che proseguì con coraggio e determinazione la scalata a quella vetta, tutta interiore, costituita da un ideale di bellezza, a cui lo chiamavano quei Grandi della storia dell'arte universale, dei quali da sempre studiava l'opera con appassionata attenzione, senza soffermarsi certo sull'aneddotica erudita, ma puntando dritto al loro insegnamento pittorico lasciato impresso per sempre nelle loro opere. Le ambientazioni Come si desume dalle note biografiche cui rimandiamo il lettore, Alberto Azzena si è formato nella sua crescita umana ed artistica su due polarità geografiche e culturali diverse e tra loro per molti versi complementari: Roma dove ha sempre vissuto, e la Sardegna, dove trascorreva fin dall'infanzia i mesi estivi dell'anno. Da un lato quindi, l'insigne venustà di Roma di cui ha assorbito, l'atmosfera culturale e storica, i cromatismi delicati e struggenti che hanno sempre parlato agli animi sensibili di tutto il mondo giunti nell'Urbe. Le sontuose ricchezze barocche, come le severe vestigia imperiali, hanno profodamente arricchito unitamente agli studi classici, l'animo del futuro pittore, in una osmosi naturale e ferace. D'altro lato egli ha fruito della visione degli spazi immensi e aperti della Gallura, parte nord orientale della Sardegna e sua amata terra di origine. Con i suoi boschi di sughere, le sue distese pezzate di macchia mediterranea, e le sue coste dalla bellezza solare e assoluta, che egli conosceva e amava immensamente ben prima che il turismo desse loro la risonanza mondiale che conosciamo. Quelle marine dove il gioco fantasioso delle rosate masse granitiche fa da cornice ad un mare cristallino, tra lo stormire dei ginepri,dei lentischi, dei mirti. Ecco l'humus ricchissimo e prezioso su cui la naturale fantasia creativa di Alberto Azzena ha prodotto un intero mondo immaginativo, selvaggio ed elegante assieme, un -mondo delle idee-, cui la fortunata coincidenza di stimoli culturali e naturalistici ha saputo conferire in primo luogo una raffinatezza figurativa, che sia detto per inciso, ha fatto tesoro, anche della migliore lezione astrattista; e inoltre una poetica del colore di cui abbiamo già detto, e della quale solo la visione delle opere può dar conto. Ecco dunque le sue rappresentazioni pittoriche. Sono paesaggi immensi e bradi; spesso riempiti da isole grandiose; talora sono spiaggie splendide, solitarie, solo abitate da figure enigmatiche di uomini, donne, cavalli. Raffigurazioni mitiche, forme di archetipi senza tempo nè luogo. Il figurativo di Alberto Azzena non è mai un realismo che riproduce scene più o meno pittoresche; egli preferisce sempre inventare, creare, evocare da quel suo mondo interiore, così ricco ed inesauribile, scenari mai esistiti e grandiosi, che spesso solo alludono ai paesaggi costieri o campestri della Sardegna. Eccezion fatta per alcune tele più direttamente legate e volutamente dedicate, al contesto dei costumi e delle tradizioni dell'isola, come del resto vi sono alcune opere, sebbene più rare, che fanno riferimento alle atmosfere serene, affascinanti, proprie dei grandi giardini di cui Roma è ricca. Oltre la figura umana maschile e femminile, il cavallo costituisce il soggetto animale certamente prediletto, che solo raramente è affiancato o sostituito da altra figurazione animale di pari dignità formale, (come il leone, il pellicano, il corvo.) La conoscenza anatomica è rigorosa, studiata con appassionata attenzione, in migliaia di disegni, studi, bozzetti, nonchè alcune sculture. Lungo l'arco di decenni egli ha approfondito la propria conoscenza dell'anatomia del cavallo, giungendo a poterlo raffigurare con rara correttezza in qualunque postura e prospettiva, la sua esigente fantasia lo volesse. Ricco di questo bagaglio tecnico, Alberto Azzena dipinge componendo scene estremamente dinamiche dove i cavalli appaiono frementi di energia, a stento trattenuti dalla figura umana che spesso li accompagna. Anche se quest'ultima manca sempre i gruppi di cavalli si mostrano percorsi da un brivido, da un indomito impeto vitale: le zampe sono nervose, i musi sono tesi, gli occhi spalancati, la bocca aperta in un muto nitrire come se stessero per lanciarsi nella corsa, nella contesa, in caroselli tumultuosi. Spesso sono raffigurati rampanti, in posture nobili, che richiamano alla mente immagini araldiche. Sono cavalli privi di finimenti o di addobbi di qualunque tipo, essenziali e liberi, anche se impegnati nel rapporto con l'uomo; tale rapporto è sentito da Alberto Azzena, come amicizia paritaria ed esaltante, dove la vibratilità del nobile animale corrisponde alla sagacia dell'uomo. Riaffiorano nei suoi quadri le forti impressioni delle molte corse campestri e cittadine di Sardegna, come pure lo spettacolo drammatico e universalmente noto del Palio di Siena. In effetti se esiste un luogo dove si ha l'opportunità di vedere vivi e scalpitanti i suoi cavalli, è proprio dietro il canapo del Palio. Nell'ultimo decennio osserviamo che il pittore, pur mantenedo i suoi temi classici, ha prodotto anche alcune opere in cui il cavallo compie l'ultimo passo verso l'idealizzazione, trasfigurandosi in monumento, a volte in modo esplicito, altre volte in modo sfumato, allusivo, tanto che l'osservatore non sa più se contempla l'immagine della pietra scolpita o del suo modello vivente. |
Alberto Azzena (2000) Alberto Azzena (1972) |